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NHMS è l’ abbreviazione di Natural Horse Man Ship  I cavalli mi sono sempre piaciuti, con una differenza fondamentale, e qui mi spiego:  Frequentando i maneggi, la cosa che più mi lasciava stupito era vedere i cavalieri interagire con poco  sentimento ed emozione, semplicemente senza considerare che stavano interagendo con un essere  vivente, dal peso di 400 fino 600-700 kilogrammi.  Una forza impressionante che, potrebbe anche involontariamente, creare situazioni spiacevoli e fino ad  un certo punto evitabili. Chi impara ad osservare un cavallo, col tempo e le conoscenze minime  necessarie, è in grado di percepire con un certo anticipo lo stato d’ animo e di conseguenza decidere  se quel momento o giorno non sia magari meglio rinunciare oppure cambiare programma, a vantaggio  di entrambi, cavallo e cavaliere. Ci vuole molto allenamento ma meglio prevenire che curare e se del  caso rinunciare...... Questo è sintomo di buon senso e null’ altro.     il cavallo ha un'intelligenza ed un sistema sociale funzionale ed evoluto, che comprende anche un  raffinato sistema di comunicazione attraverso il linguaggio del corpo; le capacità comunicative  dell'uomo devono adattarsi a quelle del cavallo e non viceversa.  il cavallo non ragiona come l'uomo, ciò implica una differenza radicale nell'atteggiamento e nella  percezione dell'ambiente; il cavallo va convinto piuttosto che costretto, è infatti più efficace premiare la  collaborazione che punire un rifiuto.   Quando si desidera che il cavallo compia una determinata azione (muoversi o muovere una singola  parte del corpo) è necessario applicare un determinato stimolo che, contrariamente a quanto accade  nella doma tradizionale, va interrotto non appena si ottiene il risultato desiderato.   Il concetto di base è che attraverso lo stimolo si vuole provocare una forma di apprendimento, cosa che  non avviene se lo stimolo (qualunque esso sia) non viene interrotto con il dovuto tempismo.  Il concetto da comprendere è la diversità del tipo di approccio tra i due tipi di doma, quella gentile infatti  non vuole imporre a priori un comportamento ma vuole stimolare lo stesso attraverso l'apprendimento,  riuscendo a leggerne il linguaggio non verbale del cavallo e contestualmente utilizzare lo stesso  linguaggio per stabilire una comunicazione biunivoca tra uomo e cavallo. E se ci riesco io, ci può  riuscire chiunque ...... basta volerlo.